Blog
Neve
*
"Si, è così...", ho risposto. "E poi quando non riesco a fare
qualcosa ci penso. Non riesco ad essere più quello di prima.
Ho perso la mia passione, la voglia che avevo, la mia lucentezza.
O forse le ho solo messe da parte perché adesso qualcosa mi
manca. Quando mi vengono questi pensieri, nella mia
mente appare l'immagine della bufera. Fa freddo e nevica e io
cammino da solo ormai da ore attraverso un territorio che non
conosco, la neve e il vento non mi permettono di vedere molto
lontano, così procedere è sempre più difficile. Quando ho lasciato
il rifugio c'erano delle nuvole, però non mi aspettavo che sarebbe
arrivata una bufera, altrimenti, forse, non sarei partito. Non so
bene quanto manca alla meta, così non so dire quante ore di cammino
ci vorranno ancora per raggiungerla, ma so che non posso tornare
indietro, che non voglio tornare indietro, allora continuo a
camminare e tutto quello che vedo intorno a me è solo neve. Sono
stanco, ma non sono disposto a rinunciare."
*
Santa Lucia
Santa Lucia per tutti quelli che hanno gli occhi
e un cuore che non basta agli occhi
e per la tranquillità di chi va per mare
e per ogni lacrima sul tuo vestito
per chi non ha capito.
Santa Lucia per chi beve di notte
e di notte muore e di notte legge
e cade sul suo ultimo metro
per gli amici che vanno e ritornano indietro
e hanno perduto l'anima e le ali.
Per chi vive all'incrocio dei venti ed è bruciato vivo
per le persone facili che non hanno dubbi mai
per la nostra corona di stelle e di spine
e la nostra paura del buio e della fantasia.
Santa Lucia il violino dei poveri
è una barca sfondata e un ragazzino
al secondo piano che canta ride e stona
perché vada lontano fa che gli sia dolce
anche la pioggia nelle scarpe anche la solitudine.
Kind of Blue
#
In questi giorni penso a te ancora più di prima. Oggi piove.
Quando di domenica piove io sono sempre agitato. Sarà, banalmente,
perché non posso fare il bucato e di conseguenza non posso
neanche stirare. Non posso neanche andare in giro a passeggiare
né stendermi sul terrazzo. Non mi resta molto da fare se non
stare seduto alla scrivania a guardare dalla finestra il cortile sotto
la pioggia, mentre il giradischi messo sull'automatico torna a suonare
per l'ennesima volta Kind of Blue. Come ti ho già scritto l'altra
volta, la domenica non seguo il mio serrato programma di allenamento
quotidiano, ed è anche perciò che questa lettera è diventata
così lunga. Scusa. Adesso chiudo, e vado a mensa per il pranzo.
Sayonara
#
1974 - Francesco De Gregori
In questi giorni non riesco a smettere di ascoltare l'album "Francesco De Gregori" (1974), a mio parere uno dei più belli di De Gregori. Non so perché, ma forse in fondo è vero che non c'è "niente da capire"... Dedicato a tutti coloro i quali sono in grado di capire la poesia di queste canzoni, e alle persone che danno importanza alle piccole cose.
01 - Niente da capire
Le stelle sono tante, milioni di milioni
la luce di lampioni si riflette sulla strada lucida
seduto non seduto faccio sempre la mia parte
con l'anima in riserva e il cuore che non parte
Però Giovanna io me la ricordo
ma è un ricordo che vale dieci lire
e non c'è niente da capire
Mia moglie ha molti uomini, ognuno è una scommessa
perduta ogni mattina nello specchio del caffè
io amo le sue rughe ma lei non lo capisce
ha un cuore da fornaio e forse mi tradisce
Però Giovanna è stata la migliore
ma è un ricordo che vale dieci lire
e non c'è niente da capire
Se tu fossi di ghiaccio ed io fossi di neve
che freddo amore mio pensaci bene a far l'amore
è giusto quel che dici ma i tuoi calci fanno male
io non ti invidio niente e non ho niente di speciale
ma se i tuoi occhi fossero ciliege
io non ci troverei niente da dire
e non c'è niente da capire
E' troppo tempo amore, che noi giochiamo a scacchi
mi dicono che stai vincendo e ridono da matti
ma io non lo sapevo che era una partita
posso dartela vinta e tenermi la mia vita
Però se un giorno tornerai da queste parti
riportami i miei occhi e il tuo fucile
e non c'è niente da capire.
02 - Cercando un altro Egitto
Era mattino presto, e mi chiamano alla finestra
mi dicono Francesco ti vogliono ammazzare
io domando chi, loro fanno cosa,
insomma prendo tutto, e come San Giuseppe
mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto.
Di fuori tutto calmo, la strada era deserta
mi dico meno male, è tutto uno scherzetto
sollevo gli occhi al cielo e vedo sopra un tetto
mia madre inginocchiata in equilibrio su un camino
la strada adesso è piena di persone, mia madre è qui vicino
Un uomo proprio all'angolo, vestito da poeta
vende fotografie virate seppia, ricordo della terra
prima della caduta e al posto del posto
dove va il francobollo, c'è un buco per appenderlo dove dico io
intorno al collo
E adesso per la strada la gente come un fiume,
il terzo reparto celere controlla
non c'è nessun motivo di essere nervosi
ti dicono agitando i loro sfollagente
e io dico non può essere vero e loro dicono non è più vero niente
Lontano più lontano degli occhi del tramonto
mi domando come mai non ci sono bambini
e l'ufficiale uncinato che mi segue da tempo
mi indica col dito qualcosa da guardare
le grandi gelaterie di lampone che fumano lente
i bambini, i bambini sono tutti a volare
Un amico d'infanzia, dopo questa canzone
mi ha detto che è bellissima, un incubo riuscito
ma dimmi, sogni spesso le cose che hai scritto
oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi
amore amore, naviga via devo ancora svegliarmi.
03 - Dolce amore del Bahia
Ieri ho incontrato la mia formica
mi ha detto che sono pazzo
Io con occhiaie profonde
ed un principio di intossicazione
Io non ricordo che occhi avevi
io non ricordo che occhi avevi
l'ultima volta che ti ho insultato,
l'ultima volta che ti ho lasciato
ma io sono stato
ma io sono stato
ma io sono stato
ma io sono stato
dove tu mai
Dolce amore del Bahia, dolce amore del Bahia
Io con le mani di giunco e la mia verginità
io non ricordo che occhi avevi
io non ricordo che occhi avevi
l'ultima volta che ti ho insultato
l'ultima volta che ti ho bloccato
ma io sono stato
ma io sono stato
ma io sono stato
ma io sono stato
dove tu mai
Ieri ho ammazzato la mia formica
diceva che ero pazzo
Io pazzo forse per gioco
ma per niente e per nessuno
Io non ricordo che occhi avevi
io non ricordo che occhi avevi
l'ultima volta che ti ho insultato
l'ultima volta che ti ho incastrato
ma io sono stato
ma io sono stato
ma io sono stato
ma io sono stato
dove tu mai.
04 - Informazioni di Vincent
E... una sera che il fiore mi pesa,
e le stelle mantengono i loro segreti
più freddamente che mai
Guardo le mie povere cose,
una foto di Angela Davis,
muore lentamente sul muro
e a me di lei, non me n'è fregato niente mai
E tutte queste informazioni di Vincent
mi vanno intorno e non mi dicono perché
e tutte queste informazioni di Vincent
girano in tondo e non mi spiegano cos'è che muore
E... stasera ho tradito gli affetti
ho affittato i miei occhi a una banda di ladri
vedo quel che vedono loro
Tu conosci mica qualcuno
che é disposto a chiamarmi fratello
senza avermi letto la mano
amore mio, voltati dall'altra parte e fai
quello che Vincent non ti avrebbe detto mai
quello che Vincent non ti insegnerebbe mai
quello che Vincent non permetterebbe mai
quello che Vincent non regolerebbe mai, stasera
E... a Parigi mi aspettano ancora,
c'è una stanza con bagno prenotata a mio nome
la moquette sarà piena di topi.
Ieri alla televisione mi hanno detto di stare tranquillo
non c'è nessuna ragione, di aver paura
non c'è proprio niente che non va
05 - Giorno di pioggia
Oggi giorno di pioggia,
ma la gente è tranquilla,
io sono figlio della gente.
Prendimi la mano dammela,
cerchiamo di venire insieme,
la tua tessera è scaduta.
Grazie per l'invito sì,
stasera non ho voglia di vedere
gli incidenti stradali lungo il fiume.
Oggi giorno di pioggia
ma la gente si muove,
io sono figlio della pioggia.
La festa è stata magica,
le ragazze han ballato,
mi han coperto di lodi e di sorrisi.
La prossima vigilia di Natale
avremo tutti partorito,
potremo farne un'altra per allora.
A volte potrai avermi con un fiore,
a volte un fiore non ti basterà,
a volte penserai di avermi chiuso in una stanza.
Dammi le tue chiavi dolci,
voglio farne una copia,
voglio scrivere una lunga poesia
per le tue braccia.
06 - Bene
Bene, se mi dici che ci trovi anche dei fiori in questa storia, sono tuoi
ma è inutile cercarmi sotto il tavolo, ormai non ci sto più
ho preso qualche treno, o qualche nave, o qualche sogno
qualche tempo fa
Ricordi che giocavo coi tuoi occhi nella stanza, e ti chiamavo mia,
ben oltre la coperta d'uncinetto, c'era il soffio della tua pazzia
e allora la tua faccia vietnamita ricordava tutto quel che ho.
E adesso puoi richiuderti nel bagno a commentare le mie poesie
però stai attenta a tendermi la mano, perché il braccio non lo voglio più
mia madre è sempre lì che si nasconde dietro i muri e non si trova mai
e i fiori nella vasca sono tutto quel che resta e quel che manca, tutto quel che hai
e puoi chiamarmi ancora amore mio
E qualche volta aspettami sul ponte, i miei amici sono tutti là
con lunghe sciarpe nere ed occhi chiari, hanno scelto la semplicità
se Luigi si sporge verso l'acqua sono solo fatti suoi
E ancora mille volte, mille anni, ci scommetto, mi ringrazierai
per quel sorriso ladro e per i giochi, i mille giochi che sapevi già
e ancora mi dirai che non vuoi essere cambiata, che ti piaci come sei
Però non mi confondere con niente e con nessuno,
e vedrai niente e nessuno ti confonderà
nemmeno l'innocenza nei miei occhi, c'è né già meno di ieri ma che male c'è
le navi di Pierino erano carta di giornale, eppure guarda, sono andate via
magari dove tu volevi andare ed io non ti ho portato mai
ma puoi chiamarmi ancora amore mio
07 - Chissà dove sei
Chissà dove sei
perduta nella notte
col tuo trucco infame
e la tua giacca da bandito
Io ti ho aspettato
all'ombra dei tuoi percome
col mio viso percosso dai fatti
Chissà dove sei perduta nei segni
con la tua sigaretta come una matita
e le tue speranze di vittoria
Io ti ho accettato come una bella calligrafia
un biglietto da visita e due occhi diversi
può accedere di tutto
puoi anche conquistare vari uomini bruni e misurarne l'aspetto
ma il mio indirizzo è via del sopracciglio destro
con rispetto parlando e altre parti, altre parti di me
08 - A lupo
Lei aveva tasche troppo strette e otto nove dieci modi di vivere
forse aveva un cuore troppo grande e una strana maniera di sorridere
Lui aveva un grosso cervello e dei gerani proprio dove la strada si divide
lontano i campanili suonavano ma lui non se ne preoccupava
Ma... questa non è casa mia, i ricordi si affollano in fretta
un libro cominciato la sera e già dimenticato la mattina
A lupo, anima pura, perché non giuri più sulla sua bambina
Il poeta in affari veniva da molto lontano con dei nastri colorati legati alla vita
la vide che vendeva giocattoli le chiese cosa vuoi per una notte
Lei non rispose le parole erano neve la piccola fiammiferaia presa dal gioco
si è rotta una mano sopra il filo spinato rispose la signora
non ho niente da chiedere se non le tue lacrime e tutto quel che hai
Ma... questa non è casa mia, i ricordi si affollano in fretta
e libro cominciato la sera e già dimenticato la mattina
A lupo, anima pura, perché non giuri più sulla sua bambina
E si presero per mano nella notte stellata e piovosa e capirono che
in fondo bastava non chiedersi né l'anima né il cuore né niente di simile
soltanto quattro salti dove più ti conviene
e vennero accerchiati da quaranta ladroni usciti dalla favola senza permesso
riuscirono a fuggire proprio a mezzanotte senza colpo ferire senza fare rumore
l'orologio batteva i suoi colpi la renault diventava una zucca
Ma... questa non è casa mia, i ricordi si affollano in fretta
e libro cominciato la sera e già dimenticato la mattina
A lupo, anima pura, perché non giuri più sulla sua bambina
09 - Arlecchino
Fiori fasi e sogni veri tra gli eroi della friggitoria Schantan
grazie ho già mangiato ieri un sorriso stasera basterà
Arlecchino è già sul filo, la gente vuol vedere cosa fa
e il filo corre sopra la città
e tutto il mondo è tutto qua
Dove vai?
Quanti soldi ti hanno dato, quanti fiori e quanti anni? Dove vai?
Dove vai, la mia cella è un po' più in alto e mi pagano di più.
Notte chiara, notte bella, sopra i libri non ti avevo letto mai.
Mi hanno detto "fermati", non mi hanno chiesto mica "dove vai?".
Arlecchino è lì sospeso ma il filo sotto i piedi non ce l'ha.
E anche questo in fondo è libertà, e tutto il mondo è tutto qua.
Dove vai?
Quanti soldi ti hanno dato, quanti foiri e quanti anni. Dove vai?
La mia cella è un po' più stretta e mi pagano di più.
10 - Le finestre del dolore
La luce della luna ci trovò sopra il tetto e Pietro non parlava,
e niente che rompeva la noia dell'attesa, solo il suono della pioggia che cadeva.
E lui, con la mano alla bottiglia, faceva i suoi discorsi da pazzo
e un gallo si mise a suonare la sveglia, per quanto la notte fosse ancora ubriaca
e Giuda fosse ancora un ragazzo.
E credo che fu in quel preciso momento che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri. E due angeli vestiti di bianco
scesero con aria stupita il vuoto nel cuore.
E aprimmo al pianto le finestre del dolore.
Seduti nella stanza con la bocca socchiusa, aggrappati alle nostre sigarette,
aspettavamo l'alba senza troppo interesse, soltanto per avere una scusa.
E Anna, perduta sul divano, sembrava un bambino sconfitto
e la sua amica giovane le dava la mano ma Anna era troppo occupata
a contare ricordi sul soffitto.
E credo che fu in quel preciso momento che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri. E due angeli vestiti di bianco
scesero con aria stupita il vuoto nel cuore.
E aprimmo al pianto le finestre del dolore.
In fondo alla pianura una linea più buia, l'esercito degli uomini diversi,
con gli occhi e la bocca pieni di sonno, aspettava in una buca di due metri.
E noi, dall'altra parte del concetto, con l'anima in fondo alle gavette,
cacciavamo i pensieri come mosche mortali e il nostro cervello era bianco. L'attacco era fissato per le sette.
E credo che fu in quel preciso momento che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri. E due angeli vestiti di bianco
scesero con aria stupita il vuoto nel cuore.
E aprimmo al pianto le finestre del dolore.
11 - Souvenir
Niente luna questa sera, niente gatti sopra il tetto
i miei sogni sono tutti rotolati sotto al letto
e nel buio con la lingua conto i denti che mi restano
domani che farò ragazza mia
dei tuoi pensieri magri.
Sul campanile nevica, d'accordo ma purtroppo
ho solo una camicia e francamente non mi basta
e faccio di mestiere il venditore di risate
al circo che si tiene il lunedì ragazza mia
ci andresti mai.
E intanto conto i denti, però il conto non mi torna
ce n'é uno che mi manca e forse tu mi puoi aiutare
per caso non l'hai mica ritrovato a casa tua
ero così distratto amore mio
quando ti ho morso il cuore.
Bene
*
Oggi è di nuovo domenica, e da qualche tempo a questa parte,
circa un anno in verità, tutto mi sembra aver assunto sfumature
di colore diverse. Faccio fatica a capire quello che accade, ma
sento che non è ancora troppo tardi... Scusami se quella sera
non ho mantenuto la promessa, la colpa non è tua, non importa.
Mentre eri distratta ho nascosto il foglio dentro la tua borsa
perché sapevo che l'avresti letto una volta tornata a casa.
Ormai non mi stavi più a sentire. Continuavi a fissarmi
mentre io cercavo di fare in fretta, senza che ce ne fosse
motivo. Lo sapevamo tutti e due eppure non abbiamo fatto nulla.
Strana cosa i ricordi, riaffiorano alla mente senza che tu
l'abbia chiesto o voluto o anche solo desiderato dopo anni, e
riescono a riportarti indietro nel tempo a situazioni già
concluse, con una violenza da toglierti il respiro. Mentre guido
veloce di notte sull'autostrada, la radio che mi fa compagnia
attacca con "Bene", e in pochi istanti sono di nuovo lì con te.
Domenica pomeriggio, è quasi sera, nella tua stanza c'è poca
luce che entra attraverso le tende di colore chiaro. Io e te
siamo stesi sul tuo letto a guardare il soffitto, io ti tengo
la mano. Mentre stiamo in silenzio ad ascoltare "Bene" tutto
intorno a noi sembra essersi fermato, immerso in una strana
atmosfera magica creata dalla musica. Stiamo bene, nonostante
riusciamo a percepire nettamente la sensazione del tempo che
passa e delle cose che non tornano più. Quando la canzone
finisce rimaniamo ancora in silenzio, avvolti dalla scia che
questa ci ha lasciato dentro. Poi tu mi abbracci e mi dai un
bacio. Poggi la testa sulle mie spalle. Stiamo ancora in
silenzio, mentre nella stanza continua ad abbassarsi la luce.
Solo più tardi proverò a chiamarti "mia" e a dirti che puoi
chiamarmi ancora "amore mio"...
*